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Io dico: serve il reddito sganciato dal lavoro
rossana
2008-12-16 09:30:00 UTC
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Io dico: serve il reddito sganciato dal lavoro

Franco Berardi Bifo

Milioni di donne e di uomini scioperano sotto la pioggia. Ma
per cosa? Qual =E8 l'obiettivo dello sciopero generale
organizzato dalla Cgil? Manca per il momento una indicazione
capace di unificare precari, disoccupati, lavoratori pi=F9 o
meno garantiti, lavoratori pubblici e privati.
Nel frattempo il Senato americano ha bocciato il
finanziamento statale destinato a salvare le grandi aziende
dell'auto. Il settore automobilistico crolla in tutto il
mondo, anche in Cina, dove le vendite sono cadute del 16%
nel mese di novembre. La decisione dei senatori americani
=E8 dettata dal cinismo liberista, ma non =E8 detto che sia
sbagliata. Forse adesso cominceremo a renderci conto del
fatto che non c'=E8 nessuna possibilit=E0 di restaurare il
sistema industriale. Il capitalismo industriale =E8 defunto,
con tutte le sue regole. Purtroppo rischia di portare nella
tomba la civilt=E0 sociale costruita negli ultimi cent'anni,
e rischia di distruggere la vita di milioni di lavoratori,
spinti nella miseria e nella disoccupazione.
Come salvare la societ=E0 dal cataclisma provocato dal
crollo del capitalismo industriale?
Negli ultimi decenni il salario si =E8 ridotto dovunque.
La quantit=E0 di lavoro erogata e l'intensit=E0 del lavoro
sono aumentate enormemente.
I profitti si sono moltiplicati.
Ora =E8 necessario porre il problema della redistribuzione
del reddito, della redistribuzione del tempo di lavoro.
Abolizione degli straordinari, riduzione della giornata
lavorativa, reddito di cittadinanza sganciato dal tempo di
lavoro.
Non vi =E8 salvezza se non in questa direzione.
La forma-salario non ha pi=F9 ragione di essere, =E8 finito
il tempo in cui il diritto alla vita poteva essere legato al
tempo di lavoro prestato.
E' giunto il momento di lanciare una campagna europea per il
reddito di cittadinanza. Di questo hanno bisogno i
lavoratori, di questo ha bisogno la societ=E0 se non
vogliamo sprofondare nella barbarie. Questo e soltanto
questo pu=F2 essere il terreno su cui si ricostituisce un
fronte del lavoro, un fronte dell'autonomia sociale, un
fronte del progresso e della libert=E0.
Non ha diritto di esistere una sinistra che non abbia una
parola decisiva da dire in questo frangente. E la parola
decisiva, oggi, non =E8 altro che questa: reddito di
cittadinanza, redistribuzione del tempo di lavoro.
Reddito di cittadinanza non =E8 una formula nuova. In varie
maniere se ne =E8 parlato fino dagli anni 60, e alcuni stati
europei hanno sperimentato negli anni forme di erogazione di
reddito ai disoccupati.
Ma ora si tratta di compiere un salto, che prima di tutto
=E8 un salto culturale.
Non vi pu=F2 pi=F9 essere nessun rapporto diretto tra
reddito e lavoro.
La frammentazione della giornata lavorativa sociale, la
precarizzazione dei rapporti di lavoro hanno reso obsoleto
il principio stesso del salario. Nell'epoca classica delle
relazioni industriali il salario pagava la disponibilit=E0
di una persona a prestare il suo tempo a un imprenditore.
Quella persona era portatrice di diritti, bisogni, forza
contrattuale. Ma oggi non =E8 pi=F9 cos=EC: ora il sistema
d'impresa paga frammenti di tempo separati dalla persona,
frammenti di tempo precario e cellulare, e il committente
non =E8 pi=F9 un imprenditore ma un'agenzia che fornisce
lavoro a imprenditori diversi.
Sempre meno si pu=F2 identificare il lavoratore come
persona, perch=E9 esso diviene sempre pi=F9 un pulviscolo di
frammenti di tempo cellulare. In questo condizioni si
determina una situazione di sottosalario che produce effetti
di sottoconsumo, o piuttosto di sovrapproduzione. La
debolezza dei salariati =E8 diventato un problema per lo
stesso capitale. Il capitalismo si =E8 inceppato perch=E9 ha
avuto mano libera al punto da distruggere le condizioni del
consumo di massa, e quindi della sua propria riproduzione.
Perci=F2 il reddito di cittadinanza diventa oggi un terreno
di contrattazione realistica tra capitale e lavoro. Perci=F2
il tema del reddito di cittadinanza esce dalla sfera
dell'utopia per divenire oggetto della discussione economica
ufficiale. Fin dai licenziamenti Fiat del 1980 i sindacati
si opposero alla rivendicazione di reddito sganciato dal
lavoro, perch=E9, comprensibilmente, temevano che il reddito
garantito potesse permettere agli industriali di licenziare
masse di operai e di ristrutturare gli impianti in modo da
attaccare la composizione del lavoro. Ma la battaglia in
difesa dell'occupazione =E8 stata persa in maniera
sistematica: gli industriali hanno licenziato, il salario
operaio si =E8 immiserito, la ristrutturazione ha
precarizzato il lavoro.
Si pu=F2 accettare che ancora oggi, come negli anni 80, il
sindacato si limiti a difendere l'occupazione in settori in
cui l'occupazione non ha pi=F9 ragione di esserci? Non
sarebbe meglio far crescere l'idea che in certi settori non
c'=E8 pi=F9 bisogno di lavoro, e dunque la giornata
lavorativa deve complessivamente essere ridistribuita e
ridotta? Non sarebbe forse meglio far crescere la
consapevolezza del fatto che il reddito va separato dal
lavoro?
Non si tratta di ammortizzatori, come si dice in giro. Qua
non c'=E8 niente da ammortizzare.
Il tempo di vita dei lavoratori =E8 stato spremuto per tre
decenni, ora =E8 necessario ridistribuire il reddito
attraverso l'imposizione fiscale. Si tratta di garantire
reddito a ogni cittadino e cittadina che abbia compiuto
diciotto anni di et=E0. Al tempo stesso =E8 necessario
modificare il sistema delle attese sociali, ridimensionare
le attese di consumo, de-privatizzare il consumo, creare
strutture di consumo collettivo. Il mondo che ci attende
pu=F2 essere un mondo povero e miserabile e aggressivo, ma
potrebbe essere invece un mondo ricco allegro e creativo.
Dipende da come predisponiamo il sistema delle attese,
dipende dalla capacit=E0 di riattivare il circuito della
solidariet=E0 sociale. Dipende dalla nostra disponibilit=E0
a rinunciare al pregiudizio della crescita e del consumo
crescente. Dipende dalla nostra capacit=E0 di intendere la
ricchezza secondo criteri diversi da quelli proprietari.



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rattus
2008-12-16 18:12:40 UTC
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Ha volte ho l'impressione che Franco mi legge nel pensiero. Nel senso che
viene fuori con argomenti che anch'io trovo fondamentali e che
meriterebbero un'attenzione continua. Stavo appunto leggendo dei testi di
Bertrand Russell del 1936. Quello che =E8 davvero sorprendente e meriterebbe
una riflessione appropriata =E8 che Russell ipotizzava un'orario di lavoro=
di
quattro ore al giorno gi=E0 nel 1936. La cosa mi ha sorpreso perch=E9 ho se=
mpre
pensato che la riduzione dell'orario di lavoro fosse un progetto maturato
dopo "la rivoluzione microelettronica". Avevo considerato anche testi
precedenti come per esempio "L'anima dell'uomo sotto il socialismo" di
Oscar Wilde che =E8 di fine Ottocento. Ma Wilde =E8 come sempre eccessivo e
spettacolare. Russell invece =E8 di una lucidit=E0 gelida e inesorabile.

Lo so che se avessi nominato Bertrand Russell a un comunista solo qualche
anno fa sarei stato coperto di insulti. Ma date un'occhiata a questo passo
dell'introduzione a "In Praise of Idleness":

=ABLa tesi generale che collega i vari saggi =E8 questa: il mondo soffre per
colpa dell'intolleranza e del bigottismo, e per l'errata convinzione che
ogni azione energica sia lodevole, anche se male indirizzata; mentre la
nostra societ=E0 moderna cos=EC complessa, ha bisogno di riflettere con cal=
ma,
di mettere in discussione i dogmi e di esaminare i pi=F9 disperati punti di
vista con grande larghezza di idee=BB

Bisognerebbe spedirla al persecutore dei fannulloni. Del resto, ci sarebbe
un profondissimo discorso da fare sull'azione energica e sull'idea fascista
secondo cui, in quanto tale, l'azione energica =E8 sempre degna di lode.
Personalmente sono del parere che sarebbe il momento per rivalutare i
grandi oziosi. Un compito politico in senso proprio. Di Linus Torvalds
qualcuno ha scritto: "E' troppo pigro per fallire".

Ma torniamo al reddito di cittadinanza. Scriveva dunque Bertrand Russell nel
saggio "In difesa del socialismo": =ABData la capacit=E0 produttiva delle
macchine, oggi si pu=F2 lavorare molto meno di un tempo per assicurare alla
razza umana un livello medio di benessere. Alcuni attenti scrittori
affermano addirittura che basterebbe un'ora di lavora al giorno, ma forse
questa valutazione non tiene abbastanza conto delle condizioni dell'Asia.
Supporr=F2 dunque, per avere un buon margine di sicurezza, che quattro ore =
di
lavoro quotidiano svolto da individui adulti basti per produrre quelle
comodit=E0 materiali che tutte le persone ragionevoli dovrebbero desiderare=
=BB.

Quel che =E8 forse pi=F9 interessante nell'elogio dell'ozio di Russell, son=
o le
considerazioni sul tempo libero.Si direbbe che la sua principale
preoccupazione era quella di riempire con la cultura il tempo libero che si
sarebbe inevitabilmente delineato: =ABUna efficiente organizzazione economi=
ca,
permettendo all'umanit=E0 di beneficiare dell'utilit=E0 delle macchine, dov=
rebbe
portare a un graduale aumento del tempo libero, e molto tempo libero pu=F2
essere noioso per chi non abbia attivit=E0 molto intelligenti=BB.

Non intendevo annoiarvi con cose fruste, ma resto dell'idea che rimane un
mistero profondissimo spiegare come queste ambizioni socialiste
novecentesche siano state smentite cos=EC radicalmente dalla storia; al pun=
to
che si pu=F2 affermare che le cose sono andate esattamente al contrario: non
si fa altro che lavorare.

E per quanto disponiamo di "oziologi" professionisti come De Masi, sono del
parere che su queste faccende bisognerebbe "lavorare" alacremente. Da
qualche parte dovr=E0 saltar fuori l'ordegno che ha inceppato il meccanismo.

Saluti
Rattus



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mazzetta
2008-12-16 18:12:58 UTC
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E per quanto disponiamo di "oziologi" professionisti come De Masi, sono d=
el
parere che su queste faccende bisognerebbe "lavorare" alacremente. Da
qualche parte dovr=E0 saltar fuori l'ordegno che ha inceppato il meccanis=
mo.
Saluti
Rattus
=20=20=20
qualcosa si dev'essere inceppato se Fini questa sera mi sembra molto=20
meglio di mezzo PD...

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magius
2008-12-16 18:33:43 UTC
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qualcosa si dev'essere inceppato se Fini questa sera mi sembra molto meglio
di mezzo PD...
haha quantomeno per il fatto che ha avuto il raro coraggio in Italia
di alzare la testa contro la Chiesa Cattolica. Ed in un solo discorso
ha fatto fuori le sue radici razziste e clericali. Temo che avvii a
diventare uno statista di destra europea alla Angela Merkel..

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rattus
2008-12-16 18:47:53 UTC
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qualcosa si dev'essere inceppato se Fini questa sera mi sembra molto
meglio di mezzo PD...

Sai cosa, Mazzetta? A me Fini sembra da tempo meglio di mezzo PD, ma il
problema non =E8 criticare il PD come un tempo si criticava il PCI.

Si avevano sempre in testa i "dirigenti" che non seguivano la giusta linea,
che tradivano, che abbandonavano gli operai etc.
Se devo essere sincero fino in fondo devo dire che secondo me ci=F2 che si =
=E8
inceppato =E8 proprio la percezione del tempo. Russell, Marcuse, Baudrillard
secondo me avevano ragione nell'ipotizzare una societ=E0 del tempo libero
prossima ventura. Quella societ=E0 sarebbe stata la nostra societ=E0.

Ma il vero problema era: con quali credenze, aspettative, desideri si
sarebbe arrivati a quella societ=E0 senza lavoro ?
Il problema era acuto soprattutto per chi godeva di privilegi
ingiustificati. In qualche modo sono riusciti a creare un modello di societ=
=E0
dell'iperlavoro, degli iperdesideri, dell'iperpaura. Credo siano riusciti a
riempire di merda quello spazio (tempo) che progressivamente si andava
liberando.

I dirigenti della sinistra non hanno fatto altro che adeguarsi. Non perch=
=E9
sono cattivi, malevoli e corrotti, ma perch=E9 non sapevano dove fosse
l'ordegno.
Come non lo so io. Che faccio solo ipotesi.

Rattus



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magius
2008-12-16 19:09:28 UTC
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Post by rattus
Ma il vero problema era: con quali credenze, aspettative, desideri si
sarebbe arrivati a quella società senza lavoro ? (...) sono riusciti a creare un modello di
società dell'iperlavoro, degli iperdesideri, dell'iperpaura.
La destra ha capito per tempo che lo spazio liberato dal lavoro si
sarebbe dovuto riempire per evitare che il "tempo libero" diventasse
un potente strumento destabilizzante dell'intero modello sociale
vigente. La securizzazione della società è un dispositivo messo in
campo dalla destra ed ora pienamente recepito dalla sinistra. Hanno
vinto loro stabilendo l'agenda e difficilmente si tornerà indietro.

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Libero
2008-12-16 23:17:48 UTC
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L'idea del'ozio come chiave della socialit=E0 =E8 gi=E0 in Lafargue. Poi ri=
torna=20
in Wells e nei Fabiani. In quanto a Wilde =E8 tutt'altro che eccessivo - la=
=20
sua conferenza =E8 splendida ancora oggi...
Giuseppe
Post by rattus
Ha volte ho l'impressione che Franco mi legge nel pensiero. Nel senso
che viene fuori con argomenti che anch'io trovo fondamentali e che
meriterebbero un'attenzione continua. Stavo appunto leggendo dei
testi di Bertrand Russell del 1936. Quello che =E8 davvero sorprendente
e meriterebbe una riflessione appropriata =E8 che Russell ipotizzava
un'orario di lavoro di quattro ore al giorno gi=E0 nel 1936. La cosa mi
ha sorpreso perch=E9 ho sempre pensato che la riduzione dell'orario di
lavoro fosse un progetto maturato dopo "la rivoluzione
microelettronica". Avevo considerato anche testi precedenti come per
esempio "L'anima dell'uomo sotto il socialismo" di Oscar Wilde che =E8
di fine Ottocento. Ma Wilde =E8 come sempre eccessivo e spettacolare.
Russell invece =E8 di una lucidit=E0 gelida e inesorabile.
Lo so che se avessi nominato Bertrand Russell a un comunista solo
qualche anno fa sarei stato coperto di insulti. Ma date un'occhiata a
=ABLa tesi generale che collega i vari saggi =E8 questa: il mondo soffre
per colpa dell'intolleranza e del bigottismo, e per l'errata
convinzione che ogni azione energica sia lodevole, anche se male
indirizzata; mentre la nostra societ=E0 moderna cos=EC complessa, ha
bisogno di riflettere con calma, di mettere in discussione i dogmi e
di esaminare i pi=F9 disperati punti di vista con grande larghezza di
idee=BB
Bisognerebbe spedirla al persecutore dei fannulloni. Del resto, ci
sarebbe un profondissimo discorso da fare sull'azione energica e
sull'idea fascista secondo cui, in quanto tale, l'azione energica =E8
sempre degna di lode. Personalmente sono del parere che sarebbe il
momento per rivalutare i grandi oziosi. Un compito politico in senso
proprio. Di Linus Torvalds qualcuno ha scritto: "E' troppo pigro per
fallire".
Ma torniamo al reddito di cittadinanza. Scriveva dunque Bertrand
Russell nel saggio "In difesa del socialismo": =ABData la capacit=E0
produttiva delle macchine, oggi si pu=F2 lavorare molto meno di un
tempo per assicurare alla razza umana un livello medio di benessere.
Alcuni attenti scrittori affermano addirittura che basterebbe un'ora
di lavora al giorno, ma forse questa valutazione non tiene abbastanza
conto delle condizioni dell'Asia. Supporr=F2 dunque, per avere un buon
margine di sicurezza, che quattro ore di lavoro quotidiano svolto da
individui adulti basti per produrre quelle comodit=E0 materiali che
tutte le persone ragionevoli dovrebbero desiderare=BB.
Quel che =E8 forse pi=F9 interessante nell'elogio dell'ozio di Russell,
sono le considerazioni sul tempo libero.Si direbbe che la sua
principale preoccupazione era quella di riempire con la cultura il
tempo libero che si sarebbe inevitabilmente delineato: =ABUna
efficiente organizzazione economica, permettendo all'umanit=E0 di
beneficiare dell'utilit=E0 delle macchine, dovrebbe portare a un
graduale aumento del tempo libero, e molto tempo libero pu=F2 essere
noioso per chi non abbia attivit=E0 molto intelligenti=BB.
Non intendevo annoiarvi con cose fruste, ma resto dell'idea che
rimane un mistero profondissimo spiegare come queste ambizioni
socialiste novecentesche siano state smentite cos=EC radicalmente dalla
storia; al punto che si pu=F2 affermare che le cose sono andate
esattamente al contrario: non si fa altro che lavorare.
E per quanto disponiamo di "oziologi" professionisti come De Masi,
sono del parere che su queste faccende bisognerebbe "lavorare"
alacremente. Da qualche parte dovr=E0 saltar fuori l'ordegno che ha
inceppato il meccanismo.
Saluti
Rattus
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vittorio marchi
2008-12-17 10:32:31 UTC
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beh pero' e' inconseguente alla natura del capitalismo cognitivo che appunto mette al lavoro la cultura ed il tempo libero.
La contraddizione si da qui' su un altro livello. Il capitale deve liberare le forze produttive del general intellect mantenendo il controllo su di esse. A questo fine esso produce poverta' sottraendo reddito
alla societa' e ponendo l'individuo di fronte al ricatto della precarieta' e della scarsita' (smantellamento del wellfare). In questo mondo rovesciato il tempo liberato dal lavoro e' impoverito e svuotato di ogni contenuto, l'ozio e' miseria. E' ricco al converso quel tempo libero che e' tempo di consumo, dove il consumo e' semiosi, produzione di life style ed identita'. Dunque una rivalutazione dell'ozio non serve se non e' sostenuta da una politica capace di rovesciare questo chiasmo. Se il reddito garantito e' il primo passo, cosa poi? Con un reddito minimo la gente si puo' permettere al massimo la televsione via etere e vi assicuro che sara' quello il canale e non la metafisica di Aristotele. E' dunque urgente occupare lo spazio definito dal bisogno di ricostruire la relazione sociale su basi altre da quelle imposte dalla societa' dell'edonismo di massa che volge ora al tramonto. E bisogna saper dare un valore a questo generico enunciato approntando
un'ananlisi sulle trasformazioni in corso dell'antropologia sociale, analizzando il modo in cui essa entra in crisi, le traiettorie della sua deocmposizione, i bisogni che in questo processo si producono e le forme d'intervento che sono per noi possibili. Solo la sinistra radicale ed alternativa, non certo quella istituzionale, possiede strumenti per affrontare questo passaggio. Dunque attenzione, abbaimo una grande responsabiita'. Ed attenzione, chiese e destre piu' o meno sociali gia' si muovono su questo terreno in modo molto aggressivo.



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From: rattus <***@tin.it>
To: ***@liste.rekombinant.org
Sent: Tuesday, December 16, 2008 1:12:40 PM
Subject: [neurogreen] R: Io dico: serve il reddito sganciato dal lavoro

Ha volte ho l'impressione che Franco mi legge nel pensiero. Nel senso che
viene fuori con argomenti che anch'io trovo fondamentali e che
meriterebbero un'attenzione continua. Stavo appunto leggendo dei testi di
Bertrand Russell del 1936. Quello che è davvero sorprendente e meriterebbe
una riflessione appropriata è che Russell ipotizzava un'orario di lavoro di
quattro ore al giorno già nel 1936. La cosa mi ha sorpreso perché ho sempre
pensato che la riduzione dell'orario di lavoro fosse un progetto maturato
dopo "la rivoluzione microelettronica". Avevo considerato anche testi
precedenti come per esempio "L'anima dell'uomo sotto il socialismo" di
Oscar Wilde che è di fine Ottocento. Ma Wilde è come sempre eccessivo e
spettacolare. Russell invece è di una lucidità gelida e inesorabile.

Lo so che se avessi nominato Bertrand Russell a un comunista solo qualche
anno fa sarei stato coperto di insulti. Ma date un'occhiata a questo passo
dell'introduzione a "In Praise of Idleness":

«La tesi generale che collega i vari saggi è questa: il mondo soffre per
colpa dell'intolleranza e del bigottismo, e per l'errata convinzione che
ogni azione energica sia lodevole, anche se male indirizzata; mentre la
nostra società moderna così complessa, ha bisogno di riflettere con calma,
di mettere in discussione i dogmi e di esaminare i più disperati punti di
vista con grande larghezza di idee»

Bisognerebbe spedirla al persecutore dei fannulloni. Del resto, ci sarebbe
un profondissimo discorso da fare sull'azione energica e sull'idea fascista
secondo cui, in quanto tale, l'azione energica è sempre degna di lode.
Personalmente sono del parere che sarebbe il momento per rivalutare i
grandi oziosi. Un compito politico in senso proprio. Di Linus Torvalds
qualcuno ha scritto: "E' troppo pigro per fallire".

Ma torniamo al reddito di cittadinanza. Scriveva dunque Bertrand Russell nel
saggio "In difesa del socialismo": «Data la capacità produttiva delle
macchine, oggi si può lavorare molto meno di un tempo per assicurare alla
razza umana un livello medio di benessere. Alcuni attenti scrittori
affermano addirittura che basterebbe un'ora di lavora al giorno, ma forse
questa valutazione non tiene abbastanza conto delle condizioni dell'Asia.
Supporrò dunque, per avere un buon margine di sicurezza, che quattro ore di
lavoro quotidiano svolto da individui adulti basti per produrre quelle
comodità materiali che tutte le persone ragionevoli dovrebbero desiderare».

Quel che è forse più interessante nell'elogio dell'ozio di Russell, sono le
considerazioni sul tempo libero.Si direbbe che la sua principale
preoccupazione era quella di riempire con la cultura il tempo libero che si
sarebbe inevitabilmente delineato: «Una efficiente organizzazione economica,
permettendo all'umanità di beneficiare dell'utilità delle macchine, dovrebbe
portare a un graduale aumento del tempo libero, e molto tempo libero può
essere noioso per chi non abbia attività molto intelligenti».

Non intendevo annoiarvi con cose fruste, ma resto dell'idea che rimane un
mistero profondissimo spiegare come queste ambizioni socialiste
novecentesche siano state smentite così radicalmente dalla storia; al punto
che si può affermare che le cose sono andate esattamente al contrario: non
si fa altro che lavorare.

E per quanto disponiamo di "oziologi" professionisti come De Masi, sono del
parere che su queste faccende bisognerebbe "lavorare" alacremente. Da
qualche parte dovrà saltar fuori l'ordegno che ha inceppato il meccanismo.

Saluti
Rattus



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rossana
2008-12-17 11:46:44 UTC
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beh pero' e' inconseguente alla natura del capitalismo cognitivo che=20
appunto mette al lavoro la cultura ed il tempo libero.
La contraddizione si da qui' su un altro livello.
Quello che non capisco =E8 che visto che siamo al capitalismo cognitivo=20
(quali sono i settori pi=F9 in crisi oggi?), perch=E8 gi=E0 da piccoli il=
=20
problema del futuro =E8 avere un lavoro?
Un lavoro che piace, quello per cui si studia, ma sempre un lavoro.
Pare che senza il lavoro l'uomo sia morto. Oddio cosa far=F2 da grande?
Da un punto di vista antropologico =E8 drammatico sapere che i lavoratori=
=20
della tyssengroup sapevano che la fabbrica doveva chiudere, sapevano che=20
l'aumento dell'orario di lavoro poteva essere mortale non solo per la=20
mancanza di sicurezza dal punto di vista meccanico, ma anche per la=20
capacit=E0 di attenzione.
E per=F2 si lavora e si lavora di pi=F9. Per denaro ovviamente, oltre la vi=
ta.

Quando non c'=E8 lavoro ci si annulla. Si beve e si sballa, ci si=20
intristisce, si litiga.
Tutto ci=F2 che si fa fuori dal lavoro deve divenire o essere come il=20
lavoro. Anche il sesso. Anche la cura di s=E8 e degli altri =E8 lavoro.
Ed anche la lotta =E8 lavoro. E' occupazione del tempo di vita scandita=20
con assemblee, riunioni e manifestazioni.
Cervelli che producono continuamente a vuoto.

Per forza la terra imploder=E0 prima del tempo. Non c'=E8 pi=F9 spazio per=
=20
tutta la massa fisica pensante sempre in movimento.


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rattus
2008-12-20 09:25:48 UTC
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Post by vittorio marchi
E' dunque urgente occupare lo spazio definito dal bisogno di ricostruire
la >relazione sociale su basi altre da quelle imposte dalla societa'
dell'edonismo di >massa che volge ora al tramonto. E bisogna saper dare un
valore a questo >generico enunciato approntando un'ananlisi sulle
trasformazioni in corso >dell'antropologia sociale, analizzando il modo in
cui essa entra in crisi, le >traiettorie della sua deocmposizione, i bisogni
che in questo processo si >producono e le forme d'intervento che sono per
noi possibili. Solo la sinistra >radicale ed alternativa, non certo quella
istituzionale, possiede strumenti per >affrontare questo passaggio. Dunque
attenzione, abbaimo una grande >responsabiita'. Ed attenzione, chiese e
destre piu' o meno sociali gia' si >muovono su questo terreno in modo molto
aggressivo.

Le questioni poste da Vittorio sono di grande portata.
Posso esprimere qualche opinione a riguardo. Il primo punto sarebbe un
attacco all'edonismo di massa con argomenti non moralisti. Mettere al centro
la felicit=E0 e i suoi percorsi. Ma per queste cose c'=E8 bisogno di una t=
eoria
della natura umana. Ora, non =E8 tanto questione di sviluppare una simile
teoria. Molto lavoro =E8 gi=E0 stato fatto in tale direzione da Epicuro a
Leopardi a Marvin Minsky.
La questione =E8 invece da un lato la nostra sacrosanta resistenza a farci
predicatori di stili di vita, dall'altro la scarsa disponibilit=E0 all'asco=
lto
di simili argomenti. Tertium datur: la totale mancanza di visibilit=E0. Sono
tre facce della medesima medaglia.
Comunque Rossana ha ragione a domandarsi perch=E9 oggi pensiamo a cosa far=
emo
da grandi fin da quando siamo appena bambini. Non sarebbe meglio giocare a
palla ?

Dire che l'ozio oggi =E8 miseria "percepita" non dovrebbe indurci a
sottostare a questo modo diffuso di sentire. Per questo mi sembrano almeno
interessanti personaggi borderline come il McCandless di "Into the wild".

C'=E8 una questione enorme sul rapporto tra egoismo e edonismo e sulla loro
reciproca amplificazione mediatica.

Poi sai...quando passeggio per i lotti della Garbatella respiro e rifletto
su Owen, la citt=E0 giardino, il falansterio o i parallelogrammi cooperativi
rivisitati da Russell, mi rendo conto che siamo eredi di una tradizione. E
che su questo bisognerebbe essere tanto umili quanto ostinati. Oggi il
problema non credo sia trovare il modo giusto di essere rivoluzionari,
basterebbe essere inflessibilmente socialisti.

Un caro saluto
Rattus



From: rattus <***@tin.it>
To: ***@liste.rekombinant.org
Sent: Tuesday, December 16, 2008 1:12:40 PM
Subject: [neurogreen] R: Io dico: serve il reddito sganciato dal lavoro

Ha volte ho l'impressione che Franco mi legge nel pensiero. Nel senso che
viene fuori con argomenti che anch'io trovo fondamentali e che
meriterebbero un'attenzione continua. Stavo appunto leggendo dei testi di
Bertrand Russell del 1936. Quello che =E8 davvero sorprendente e meriterebbe
una riflessione appropriata =E8 che Russell ipotizzava un'orario di lavoro=
di
quattro ore al giorno gi=E0 nel 1936. La cosa mi ha sorpreso perch=E9 ho se=
mpre
pensato che la riduzione dell'orario di lavoro fosse un progetto maturato
dopo "la rivoluzione microelettronica". Avevo considerato anche testi
precedenti come per esempio "L'anima dell'uomo sotto il socialismo" di
Oscar Wilde che =E8 di fine Ottocento. Ma Wilde =E8 come sempre eccessivo e
spettacolare. Russell invece =E8 di una lucidit=E0 gelida e inesorabile.

Lo so che se avessi nominato Bertrand Russell a un comunista solo qualche
anno fa sarei stato coperto di insulti. Ma date un'occhiata a questo passo
dell'introduzione a "In Praise of Idleness":

=ABLa tesi generale che collega i vari saggi =E8 questa: il mondo soffre per
colpa dell'intolleranza e del bigottismo, e per l'errata convinzione che
ogni azione energica sia lodevole, anche se male indirizzata; mentre la
nostra societ=E0 moderna cos=EC complessa, ha bisogno di riflettere con cal=
ma,
di mettere in discussione i dogmi e di esaminare i pi=F9 disperati punti di
vista con grande larghezza di idee=BB

Bisognerebbe spedirla al persecutore dei fannulloni. Del resto, ci sarebbe
un profondissimo discorso da fare sull'azione energica e sull'idea fascista
secondo cui, in quanto tale, l'azione energica =E8 sempre degna di lode.
Personalmente sono del parere che sarebbe il momento per rivalutare i
grandi oziosi. Un compito politico in senso proprio. Di Linus Torvalds
qualcuno ha scritto: "E' troppo pigro per fallire".

Ma torniamo al reddito di cittadinanza. Scriveva dunque Bertrand Russell nel
saggio "In difesa del socialismo": =ABData la capacit=E0 produttiva delle
macchine, oggi si pu=F2 lavorare molto meno di un tempo per assicurare alla
razza umana un livello medio di benessere. Alcuni attenti scrittori
affermano addirittura che basterebbe un'ora di lavora al giorno, ma forse
questa valutazione non tiene abbastanza conto delle condizioni dell'Asia.
Supporr=F2 dunque, per avere un buon margine di sicurezza, che quattro ore =
di
lavoro quotidiano svolto da individui adulti basti per produrre quelle
comodit=E0 materiali che tutte le persone ragionevoli dovrebbero desiderare=
=BB.

Quel che =E8 forse pi=F9 interessante nell'elogio dell'ozio di Russell, son=
o le
considerazioni sul tempo libero.Si direbbe che la sua principale
preoccupazione era quella di riempire con la cultura il tempo libero che si
sarebbe inevitabilmente delineato: =ABUna efficiente organizzazione economi=
ca,
permettendo all'umanit=E0 di beneficiare dell'utilit=E0 delle macchine, dov=
rebbe
portare a un graduale aumento del tempo libero, e molto tempo libero pu=F2
essere noioso per chi non abbia attivit=E0 molto intelligenti=BB.

Non intendevo annoiarvi con cose fruste, ma resto dell'idea che rimane un
mistero profondissimo spiegare come queste ambizioni socialiste
novecentesche siano state smentite cos=EC radicalmente dalla storia; al pun=
to
che si pu=F2 affermare che le cose sono andate esattamente al contrario: non
si fa altro che lavorare.

E per quanto disponiamo di "oziologi" professionisti come De Masi, sono del
parere che su queste faccende bisognerebbe "lavorare" alacremente. Da
qualche parte dovr=E0 saltar fuori l'ordegno che ha inceppato il meccanismo.

Saluti
Rattus



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magius
2008-12-20 10:54:22 UTC
Permalink
Post by rattus
Poi sai...quando passeggio per i lotti della Garbatella respiro e rifletto
su Owen, la città giardino, il falansterio o i parallelogrammi cooperativi
rivisitati da Russell, mi rendo conto che siamo eredi di una tradizione.
Un topos della resistenza e dell'azione l'hai individuato: il modo di
pensare la città. E' indubbio, a mio parere, che l'urbanistica è
psicogeografia.

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purusa
2008-12-20 12:21:38 UTC
Permalink


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