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[Fwd: Crescita, sviluppo, e disonestà intellettuale]
pugaciov
2006-01-16 19:01:11 UTC
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interesting stuff...

-------- Original Message --------

L'articolo che segue appare sul numero in uscita (febbraio 2005) de LA
VOCE del Gruppo Atei Materialisti Dialettici
----------------

Questioni della Scienza
a cura di A. Martocchia

CRESCITA, SVILUPPO, E DISONESTÀ INTELLETTUALE

In questa rubrica, nel numero di Novembre 2005, veniva pubblicata una
Lettera ("Crescita e sviluppo, due concetti diversi") che il
sottoscritto aveva inviato a Liberazione (organo del PRC) come
intervento nel dibattito in corso sull'ecologismo. Essa toccava nel
vivo di problemi scottanti, quale quello del rapporto con la grande
borghesia imprenditoriale e con la sua ideologia; essa cercava inoltre
di discriminare, nel patrimonio di idee dell'ecologismo, tra cose utili
e cose inutili per la sinistra. Dicevamo infatti: hanno ragione solo
quelli che, tra gli ambientalisti, sono materialisti; essi hanno
ragione perché, come ha ben spiegato Emiliano Brancaccio, "hanno
compreso, prima e meglio di tutti, che lo sviluppo illimitato del
capitale si inscrive in un orizzonte naturale finito, e che già da
tempo si avvertono i primi, devastanti segnali di impatto tra la
meccanica pervasiva dell'accumulazione capitalistica e i confini
insuperabili del sistema naturale" , al punto che "la plausibilità di
una apocalisse ambientale [è] ormai un dato scientifico
incontrovertibile". Un ragionamento analogo veniva recentemente
sviluppato, con molta serietà, dallo studioso John Bellamy Foster sulla
rivista storica del marxismo statunitense "Monthly Review"
("Organizzare la rivoluzione ecologica" - si veda:
http://www.monthlyreview.org/1005jbf.htm ).

La suddetta Lettera a Liberazione non è mai stata pubblicata. La
ragione è semplice: la linea di maggioranza nel PRC aborrisce
l'ambientalismo marxista, e gli preferisce un ambientalismo idealista,
utopista, da mito del "buon selvaggio", antiprogressista - insomma:
l'ambientalismo reazionario. Certi intellettuali di o vicini a
Rifondazione non sono nemmeno coscienti, io credo, della sbandata
ideologica in cui sono incorsi, e delle sue pesanti implicazioni; altri
- Serge Latouche in testa - marxisti non lo sono stati mai (in nessuna
delle possibili accezioni del termine "marxista"), dunque il problema
per loro non sussiste oppure nemmeno lo capiscono.

Serge Latouche prova goffamente a difendersi dalle accuse che gli
rivolgiamo in un articolo apparso su Liberazione del 10/10/2005: "Ma la
decrescita è di destra o di sinistra?". L'articolo non spiega niente e
non chiarisce niente, perché è impostato male già a partire dal titolo.
Latouche gioca infatti sull'ambiguità e la confusione concettuale
purtroppo prevalente, negli ambienti vicini al PRC, rispetto a concetti
di base quali CRESCITA, SVILUPPO, PROGRESSO, e, appunto, SINISTRA.

***

Ci tocca allora puntualizzare, per l'ennesima volta su queste pagine,
alcune distinzioni concettuali da cui un qualsiasi intellettuale serio
non dovrebbe prescindere. Anche quei "marxisti" che trascurano il
Materialismo Dialettico devono tenere conto del fatto che, in un
contesto di puro e semplice Materialismo Storico, lo SVILUPPO delle
forze produttive è ciò che muove la Storia dell'umanità. Per inciso,
esso è indispensabile, secondo Marx, per creare la base materiale per
la transizione al comunismo. Seppure Marx si fosse al limite sbagliato
rispetto alla transizione al comunismo (ovvero ai suoi tempi e modi)
egli ha avuto tuttavia ragione da vendere dal punto di vista della
teoria della società, cioè rispetto allo sviluppo delle forze
produttive. Sia nel Materialismo Storico (come teoria della società)
che nel più generale Materialismo Dialettico (come teoria filosofica
generale della Natura, che comprende il Materialismo Storico come una
sua derivazione specifica), l'idea di SVILUPPO è al cuore del
ragionamento. La realtà è materiale - cioè: è una unica, tutta
immanente - ed è dialettica - ovvero: procede per contrasti ed
opposizioni, in un continuo movimento ed in un continuo superamento di
se stessa. Questo superamento ("sintesi", in senso Hegeliano) si chiama
SVILUPPO.

Peraltro, anche chi non conoscesse le teorie di Marx, Engels, e dei
loro successori, ma ritenesse comunque di essere persona di SINISTRA,
dovrebbe riconoscere che gli esseri umani vogliono vivere ed hanno
diritto a vivere sempre meglio e più a lungo, e dunque è nella loro
natura "ontologica" il fatto di elaborare sempre nuove soluzioni per i
propri problemi, ed evolvere cosí socialmente, e dunque evolvere nelle
forze produttive - cioè SVILUPPARSI. Peraltro, il fatto che qualcuno
aborrisca ulteriore SVILUPPO è del tutto irrilevante rispetto a dove
poi andrà realmente la società, e quindi la Storia umana. Seppure noi
ci "liberassimo" del concetto, non avremmo risolto, ma semplicemente
omesso, il problema.

La distinzione tra chi crede nella positività/necessità dello SVILUPPO
e chi invece vi si oppone coincide esattamente con la distinzione tra
pensiero progressista e pensiero conservatore-reazionario, ovvero -
nell'accezione più generale possibile - tra SINISTRA e DESTRA. È di
SINISTRA chi considera il cambiamento (SVILUPPO) come un fattore
indispensabile della Storia umana, ed auspica una evoluzione nel senso
(etico) del miglioramento (PROGRESSO).

Riassumendo, possiamo insomma distinguere i vari concetti nel modo
seguente. SVILUPPO indica un movimento intrinseco ed una
trasformazione. Esso può implicare o meno una CRESCITA, ovvero un
aumento quantitativo, a seconda della fase storico-sociale che ci si
trova ad analizzare: al tempo di Marx, le due cose erano accoppiate, e
lo sono ancora in molti dei paesi cosiddetti "in via di sviluppo" o in
specifici settori, ma ciò non è vero sempre ed in tutti i campi. Il
termine PROGRESSO ha invece una valenza etica, indica miglioramento:
anch'esso può esserci o non esserci a seconda della fase storica, può
andare o meno di pari passi con una CRESCITA. Infine, SINISTRA è quella
parte della opinione pubblica che auspica tale miglioramento
(PROGRESSO) attraverso il cambiamento (SVILUPPO).

La sinistra di ideologia marxista può articolare la sua critica al
sistema capitalistico, consumistico ed energivoro, responsabile delle
crisi globali e specialmente di quella, epocale, dei combustibili
fossili, criticandolo dunque per il suo MODELLO DI SVILUPPO, laddove
esso è superato e non implica più alcun PROGRESSO. La critica può
legittimamente essere rivolta al capitalismo in quanto società della
CRESCITA (accumulazione) dissennata; essa può legittimamente essere
rivolta alla CRESCITA senza condannare scioccamente lo SVILUPPO, come è
stato spiegato bene (su Le Monde Diplomatique di Luglio 2004)
nell'articolo "Sviluppo e crescita non sono necessariamente appaiati"
di Jean-Marie Harribey.

***

Latouche usa in maniera opportunistica, e concettualmente confusa, le
categorie di CRESCITA e di SVILUPPO. Su giornali e riviste della
sinistra marxista (come appunto anche nel suddetto articolo apparso su
Liberazione) egli evita furbescamente di usare la parola SVILUPPO
perché sa che rischia di incorrere nella nostra critica, cioè nella
critica dei marxisti: così, per schivare le critiche egli usa il
termine CRESCITA. Ma quando interviene in altre sedi, egli afferma
esplicitamente di essere contrario allo SVILUPPO, marcando così senza
ambiguità la sua differenza e distanza rispetto alle linee di pensiero
di derivazione marxista e progressista.

Nell'articolo suddetto, Latouche conserva tutta l'ambiguità ma non
manca, velenosamente, di scagliarsi contro Engels, che definisce
"imbevuto della concezione positivista e meccanicista della scienza"; e
poi, immancabile, attacca: "l'ecologia russa è stata letteralmente
liquidata da Stalin nei gulag siberiani". Secondo Latouche, nel
marxismo "l'economia capitalista è criticata e denunciata, ma la
crescita delle forze che essa scatena è qualificata come produttiva
(mentre è almeno altrettanto distruttiva)". L'allusione alle parole
testuali di Marx è palese, ma qui esse vengono deformate, allo scopo di
creare deliberatamente confusione tra il termine SVILUPPO ed il termine
CRESCITA, e di deformare il pensiero di Marx.

A questo punto, dopo avere distorto ed offeso il materialismo storico e
dialettico, Latouche riconosce: "esiste, è vero, una critica di destra
della modernità, come esiste un anti-utilitarismo di destra e un
anti-capitalismo di destra... Non c'è ragione, ciò nonostante, di
confondere l'antiproduttivismo di destra e l'antiproduttivismo di
sinistra." Interessante... Ma Latouche non spiega la differenza, e
contribuisce ad alimentare, volutamente, la confusione. Egli dice
infatti: "la nostra concezione della società della decrescita non è né
un impossibile ritorno al passato, né un accomodamento con il
capitalismo, ma un 'superamento' (se possibile pacifico) della
modernità." Ma perché allora non la chiama SVILUPPO ("superamento")? E
che 'superamento' sarebbe, se egli altrove teorizza idealistiche
"società senza economia"? Più che superamento, si direbbe: fuga e
chiusura in ghetti di ispirazione socialista-utopista o
comunitarista-reazionaria.

"Per me, la decrescita è necessariamente contro il capitalismo."
Eccezionale: e allora qual è la differenza tra il suo anti-capitalismo,
che definisce essere "di sinistra", e l'anticapitalismo "di destra"?
Non lo spiega: prosegue con attacchi contro esponenti "politici e
sindacali" della sinistra, e termina moralisticamente: "gli obiettori
della crescita, partigiani della costruzione di una società della
decrescita conviviale, serena e sostenibile, sanno fare la distinzione
tra Jospin e Chirac, Schroeder e Merkel, Prodi e Berlusconi, e anche
tra Blair e Thatcher... Quando vanno a votare (ciò che consiglio loro
di fare) sanno che, anche se nessun programma di governo della sinistra
mette in conto la necessaria riduzione della nostra impronta ecologica,
è comunque da quel lato che si trovano i valori di condivisione, di
solidarietà, di eguaglianza e di fratellanza. Questi valori
[idealisticamente intesi, si noti bene!] non si possono fondare sul
massacro della altre specie e sul saccheggio della natura, e conviene
estenderne il beneficio alle generazioni future, E' per questa ragione
che la nostra lotta si colloca risolutamente a sinistra." Bontà sua. La
spiegazione di Latouche non spiega niente: essa si riduce solamente a
propaganda elettorale. Egli chiude con la rassicurazione: vi invito
comunque a votare Prodi anziché Berlusconi, perció non abbiate paura,
sono anch'io di sinistra. La pochezza di queste argomentazioni è
clamorosa.

Riassumendo, alle critiche di chi ritiene che le sue idee siano lontane
dal marxismo, Latouche non risponde poiché non conosce (o comunque non
vuole trattare) i fondamenti della ideologia marxiana, che è
necessariamente una teoria dello SVILUPPO o trasformazione; ed alle
critiche di chi lo definisce di destra, egli ribatte: è vero, c'è anche
un ambientalismo di destra, ma io voto per Prodi. È un po' poco, se
vogliamo davvero riaffermare (rifondare?) un "pensiero forte" per la
sinistra di derivazione marxista.



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MarcoS.
2006-01-18 22:43:21 UTC
Permalink
Progresso e Decrescita, siamo sia rossi che verdi
(basta parlarsi un po)

Le argomentazioni anche qui riportate lasciano un po' a desiderare,
comunque voglio scrivere non per porre
una teoria contro l' altra ma per trovare un punto di sintesi. =E9 da un po
che mi chiedo se sono reazionario, e alla fine mi dico sempre di no, poi me
lo richiedo ma la risposta =E8 sempre no.
Ora mi sembra banale, parlare del fallimento del sistema sovietico, ma
voglio introdurre un concetto: SVUOTAMENTO DELLA NATURA.
Ora la concezione Marxista parla di sviluppo delle forze produttive, ecco
uno sviluppo delle
forze produttive porta all industrializzazione e ad un inevitabile
svuotamento della natura.
Se si produce di piu' , per piu persone, che vivono piu a lungo,
la materia che esce dal suo collocamento di equilibrio planetario =E8 sempre
di piu'. Viene alterato ,per una serie sterminata di fattori diretti e
indiretti, e distrutto l' equilibrio globale
sia che il sistema sia capitalista che comunista se c'=E8 crescita economic=
a.
Ecco l' ho fatto ho usato come sinonimi Crescita e Sviluppo, perfetto. Si
diceva che non sempre lo sviluppo dell forze produttive porta crescita
economica, non so se si riferisce
alla recessione italiana,(mancanza di progettualita + mafia) ai paesi
africani studiati da Latouche
(diversita culturali inimmaginabili) oppure ai
paesi dell est.(transizione dal comunismo). Ma comunque =E8 un
malfunzionamento di quello che invece
dovrebbe avvenire per far funzionare le cose.Ovviamente in un sistema
capitalistico. Come dire, se si lavora di piu e si mangia di meno c'=E8
qualcosa che non funziona...., ovvero se le forze produttive si sono
sviluppate, hanno aumentato la loro capacita ,c'=E8 piu prodotto e rispetti=
vo
contante in circolazione. Bene possiamo vedere nei paesi comunisti che
magari, le forze produttive sono piu sviluppate ma denaro non circola allora
non c'=E8 crescita economica ma questa =E8 una bieca copertura del concetto.
Passiamo oltre, altro esempio paesi industrializzati con un terziaro
avanzato,
qua per crescere si consuma meno materia, ma non molta, pur mantenendo come
base l' industra, o delocalizzandola, il lavoro perde la
sua intensita fisica aumenta quella psicologica emotiva, la macchina
funziana sempre da interfaccia.. ecc. C'=E8 uno Sviluppo che porta questo
risulatato, uno sviluppo dialettico, le masse si annoiano della loro vita,
ormai alienata da molte generazioni. La societa' come supera, come si
sviluppa l
organizzazione sociale produttiva? Crea un mare di servizi di
intrattenimento di interfaccia ecc. Questo porta ad una crescita economica,
le nostre economie sono per piu della meta' del fatturato servizi.
Ho usato tutte e 3 le definizioni: Crescita, sviluppo e superamento.
Lo svilippo =E8 come dicono gli economisti ortodossi lo sviluppo dialettic=
o,
dialettica delle forze produttive capitalistiche, ecco
in questo caso porta a crescita econimica, e continuo Svuotemento della
Natura. Comunque =E8 solamente un processo logico, per non dire, culturale.
Riguardo alla sviluppo Dialettico voglio dire che ad un problema si puo
trovare una soluzione per contrapposizione, ma ovviamente non sempre la
prima che si trova e quella giusta, nemmeno la prima che smuove le cose o la
prima che funziona, ma soprattuto non c'=E8 un unico superamento del proble=
ma,
cosi giusto da essere accettato da tutti.
Quindi la discussione si sposta sul piano culturale, Latouche colloca il
termine sviluppo nel presente imperialista industriale e capitalista anche
in senso culturale, ieri
oggi e domani quando sentiremo parlare di sviluppo qui e in ogni parte del
mondo sentiremo parlare di questo sviluppo delle forze produttive quello
capitalista e nient'altro. (Infatti la cina =E8 diventato un paese
capitalista, perch=E8 materialmente identico,
non basta il nome del partito che comanda.)
Questo =E8 un po' il suo messaggio, una vera
interpretazione del concetto per come ci viene fornito, un termine postivo,
molto auspicabile
per un dialettico e per un progressista, ma in verita una serie di politiche
capitaliste di colonizzazione imperiale e culturale, Antropologica.
Questo collocamento ben preciso , ci permette di capire come il senso di
PROGRESSO o CRESCITA o SVILUPPO (da non confondere mi raccomando)
In alcune culture non esite proprio non perch=E8 "inferiori" o" non mature"=
o
"non dialettiche" o "senza cognizione storica" ma xk=E8 DIVERSE
DIVERSE e di una uguaglianza INCOMPARABILE.
Come si puo' vedere certe
comunita latine non possiedono la concezione di stato, ma di dialogo fra le
comunita, che assomiglia molto ad uno stato, oppure il federalismo svedese
dal basso, che =E8 sorto dal dialogo tra comunita che crea apparati statali
differenti etcc..,
Quindi anche dietro la parola Stato ci sono molte concezioni, e anche sotto
quella di DEMOCRAZIA (ma questo forse =E8 un altro discorso)
Quando invece le due posizioni , (marxista ortodossa, e decrescita) si
prestano a proporre, che comunque
diventeranno una posizione unica se ci impegniamo un po' tutti, un concetto
di SUPERAMENTO, questo superamento deve avvenire necessariamente dalla
DECOSTRUZIONE NECESSARIA DEL CONCETTO DI MIGLIORAMENTO MATERIALISTICO.
Ovvero con lo SPEZZAMENTO DEL DOGMA culturale psicologico, che il
miglioramento debba
essere un aumento della popolazione, un aumento degli oggetti utilizzati o
posseduti nell arco della vita sempre piu lunga.
Cio=E8 quindi Distruggere il concetto di RICHEZZA MATERIALE , lo so che sem=
bra
ipocrita, la parola che invece auspico , che =E8 anche il concetto piu bell=
o,
creato dall homo sapiens =E8 EQULIBRIO. Come sapete infatti le societa'
opulente del nord capitalistico,
sono seriamente malate da una patologia che piu semplicemente puo essere
chiamata shopping,
o Abuso del Carattere Anale, che lungi da essere una condanna moralistica al
consumismo, =E8 una precisa situazione psicologica dell essere umano
Una volta spezzati i dogmi di
AVANZAMENTO e Aumento della ricchezza per tutti , potremo RIABBRACCIARE il
nostro caro e amato PROGRESSO, in quanto miglioramento
dell condizioni dell uomo come specie nel suo complesso e nel suo ambiente.
Questo dovrebbe essere UN superamento, degno di questo nome.
La continua trasformzione sociale del capitalismo non =E8 ne un progresso ne
un miglioramento, della societa', un cambiamento giusto per stare ancora un
po in piedi,
o per dominare un po di piu, un po meglio, eccc
Ora voglio arrivare ad un argomento che mi sta particolarmente a cuore,
potrei dire delle cose stupide , vi prego di correggermi se qualcuno sta
leggendo, la DIVISIONE DEL LAVORO.
I partiti proletari e poi la teoria comunista Marxista hanno sempre
criticato e condannato, denuciato a parole, l' essenza stessa dell operaio,
in quanto uomo incompleto, incapace di autodeterminarsi e alienato,
appendice della macchinae etc.
Dall altra parte, come si dice ancora oggi, il miglioramento delle forze
produttive dipende dalla maggiore divisione del lavoro, io qua ci vedo una
contraddizione,
megalitica. I paesi comunisti e socialisti non mi pare che abbiano
cancellato la divisione del lavoro, non mi pare che l' abbiano diminuita, e
non mi pare che qualcuno se ne occupi di questi tempi.
Ora la divisione del lavoro ha raggiunto vette inconcepibili, non voglio
mancare di rispetto riguardo
migliaia di lavoratori, ma certe mansioni e certi lavori sono illogici, se
non si ragiona in
termini di crescita economica.
Ora qui interviene la sobrieta' e l' equilibrio ed il progresso, il
PROGRESSO DELL UOMO, NON DELLE COSE che l'uomo utilizza.
Qui agisce la decrescita come riduzione dei rapporti commerciali e quindi
della circolazioni di beni e corrispettivo denaro contante, o numerini 01
nei
cavi telefonici, questa riduzione del PIL a livello macroeconomico =E8 un
aumento dell UOMO in
quanto tale, quindi =E8 PROGRESSO
quindi qui voglio dire che la "RIDUZIONE DELLA DIVISIONE DEL LAVORO =E8
AUMENTO DELL UOMO"
questo progresso non puo' essere visto come una chiusura reazionaria,
ridicola nell era della comunicazione globale,
la cosa che viene piu progressistamenete pensare =E8 TOTALE LIBERA
CIRCOLAZIONE
DI TUTTE LE CONOSCENZE SIA TEORICHE CHE PRATICHE,
in questo mondo.
La Riduzione della divsione del lavoro farebbe sbocciare un UOMO completo
in grado di confrontarsi ogni giorno con realta differenti , immerso nel
dialogo
costante tra gli individui ,le comunita, le societa'.
Marx nelle sue scritture sperava un mondo in cui , al mattino vai a pescare
, il pomeriggio coltivi, e la sera critichi,
questo sviluppo PLURIDIREZIONALE E COMPLESSIVO DELL ESSERE UMANO si puo
raggiungere si attraverso l' abbatimento della classe dominante, ma
anche attraverso la sottrazione cio=E8 l ' ABOLIZIONE INDIVIDUALE DELLO STA=
TO
DI COSE PRESENTI, nella prorpia vita, ovvero una
RIDUZIONE DEI RAPPORTI COMMERCIALI E UN AUMENTO DEI RAPPORTI NON
COMMERCIALI, cio=E8 umani, di insegnamento reciproco,
da qui inseguito scatutira' una RIDUZIONE DELLA DIVISIONE del LAVORO.
Un caro saluto
MarcoS

Ps
La disonesta intelletuale di Latouche mi sembra inesistente, in quell
articcolo ha forse peccato di ingenuita, e poca argomentazione, ma questo
perch=E8
=E8 ovvio che siamo Marxisti e di Sinistra.

Pps
Spero che qualcuno mi dica che ne pensa, Grazie



=E8 From: "pugaciov" <***@email.it>
To: "neurogreen" <***@liste.rekombinant.org>
Sent: Monday, January 16, 2006 8:01 PM
Subject: [neurogreen] [Fwd: Crescita, sviluppo, e disonest=E0 intellettuale]


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L'articolo che segue appare sul numero in uscita (febbraio 2005) de LA
VOCE del Gruppo Atei Materialisti Dialettici
----------------

Questioni della Scienza
a cura di A. Martocchia

CRESCITA, SVILUPPO, E DISONEST=C0 INTELLETTUALE

In questa rubrica, nel numero di Novembre 2005, veniva pubblicata una
Lettera ("Crescita e sviluppo, due concetti diversi") che il
sottoscritto aveva inviato a Liberazione (organo del PRC) come
intervento nel dibattito in corso sull'ecologismo. Essa toccava nel
vivo di problemi scottanti, quale quello de
l rapporto con la grande
borghesia imprenditoriale e con la sua ideologia; essa cercava inoltre
di discriminare, nel patrimonio di idee dell'ecologismo, tra cose utili
e cose inutili per la sinistra. Dicevamo infatti: hanno ragione solo
quelli che, tra gli ambientalisti, sono materialisti; essi hanno
ragione perch=E9, come ha ben spiegato Emiliano Brancaccio, "hanno
compreso, prima e meglio di tutti, che lo sviluppo illimitato del
capitale si inscrive in un orizzonte naturale finito, e che gi=E0 da
tempo si avvertono i primi, devastanti segnali di impatto tra la
meccanica pervasiva dell'accumulazione capitalistica e i confini
insuperabili del sistema naturale" , al punto che "la plausibilit=E0 di
una apocalisse ambientale [=E8] ormai un dato scientifico
incontrovertibile". Un ragionamento analogo veniva recentemente
sviluppato, con molta seriet=E0, dallo studioso John Bellamy Foster sulla
rivista storica del marxismo statunitense "Monthly Review"
("Organizzare la rivoluzione ecologica" - si veda:
http://www.monthlyreview.org/1005jbf.htm ).

La suddetta Lettera a Liberazione non =E8 mai stata pubblicata. La
ragione =E8 semplice: la linea di maggioranza nel PRC aborrisce
l'ambientalismo marxista, e gli preferisce un ambientalismo idealista,
utopista, da mito del "buon selvaggio", antiprogressista - insomma:
l'ambientalismo reazionario. Certi intellettuali di o vicini a
Rifondazione non sono nemmeno coscienti, io credo, della sbandata
ideologica in cui sono incorsi, e delle sue pesanti implicazioni; altri
- Serge Latouche in testa - marxisti non lo sono stati mai (in nessuna
delle possibili accezioni del termine "marxista"), dunque il problema
per loro non sussiste oppure nemmeno lo capiscono.

Serge Latouche prova goffamente a difendersi dalle accuse che gli
rivolgiamo in un articolo apparso su Liberazione del 10/10/2005: "Ma la
decrescita =E8 di destra o di sinistra?". L'articolo non spiega niente e
non chiarisce niente, perch=E9 =E8 impostato male gi=E0 a partire dal titol=
o.
Latouche gioca infatti sull'ambiguit=E0 e la confusione concettuale
purtroppo prevalente, negli ambienti vicini al PRC, rispetto a concetti
di base quali CRESCITA, SVILUPPO, PROGRESSO, e, appunto, SINISTRA.

***

Ci tocca allora puntualizzare, per l'ennesima volta su queste pagine,
alcune distinzioni concettuali da cui un qualsiasi intellettuale serio
non dovrebbe prescindere. Anche quei "marxisti" che trascurano il
Materialismo Dialettico devono tenere conto del fatto che, in un
contesto di puro e semplice Materialismo Storico, lo SVILUPPO delle
forze produttive =E8 ci=F2 che muove la Storia dell'umanit=E0. Per inciso,
esso =E8 indispensabile, secondo Marx, per creare la base materiale per
la transizione al comunismo. Seppure Marx si fosse al limite sbagliato
rispetto alla transizione al comunismo (ovvero ai suoi tempi e modi)
egli ha avuto tuttavia ragione da vendere dal punto di vista della
teoria della societ=E0, cio=E8 rispetto allo sviluppo delle forze
produttive. Sia nel Materialismo Storico (come teoria della societ=E0)
che nel pi=F9 generale Materialismo Dialettico (come teoria filosofica
generale della Natura, che comprende il Materialismo Storico come una
sua derivazione specifica), l'idea di SVILUPPO =E8 al cuore del
ragionamento. La realt=E0 =E8 materiale - cio=E8: =E8 una unica, tutta
immanente - ed =E8 dialettica - ovvero: procede per contrasti ed
opposizioni, in un continuo movimento ed in un continuo superamento di
se stessa. Questo superamento ("sintesi", in senso Hegeliano) si chiama
SVILUPPO.

Peraltro, anche chi non conoscesse le teorie di Marx, Engels, e dei
loro successori, ma ritenesse comunque di essere persona di SINISTRA,
dovrebbe riconoscere che gli esseri umani vogliono vivere ed hanno
diritto a vivere sempre meglio e pi=F9 a lungo, e dunque =E8 nella loro
natura "ontologica" il fatto di elaborare sempre nuove soluzioni per i
propri problemi, ed evolvere cos=ED socialmente, e dunque evolvere nelle
forze produttive - cio=E8 SVILUPPARSI. Peraltro, il fatto che qualcuno
aborrisca ulteriore SVILUPPO =E8 del tutto irrilevante rispetto a dove
poi andr=E0 realmente la societ=E0, e quindi la Storia umana. Seppure noi
ci "liberassimo" del concetto, non avremmo risolto, ma semplicemente
omesso, il problema.

La distinzione tra chi crede nella positivit=E0/necessit=E0 dello SVILUPPO
e chi invece vi si oppone coincide esattamente con la distinzione tra
pensiero progressista e pensiero conservatore-reazionario, ovvero -
nell'accezione pi=F9 generale possibile - tra SINISTRA e DESTRA. =C8 di
SINISTRA chi considera il cambiamento (SVILUPPO) come un fattore
indispensabile della Storia umana, ed auspica una evoluzione nel senso
(etico) del miglioramento (PROGRESSO).

Riassumendo, possiamo insomma distinguere i vari concetti nel modo
seguente. SVILUPPO indica un movimento intrinseco ed una
trasformazione. Esso pu=F2 implicare o meno una CRESCITA, ovvero un
aumento quantitativo, a seconda della fase storico-sociale che ci si
trova ad analizzare: al tempo di Marx, le due cose erano accoppiate, e
lo sono ancora in molti dei paesi cosiddetti "in via di sviluppo" o in
specifici settori, ma ci=F2 non =E8 vero sempre ed in tutti i campi. Il
termine PROGRESSO ha invece una valenza etica, indica miglioramento:
anch'esso pu=F2 esserci o non esserci a seconda della fase storica, pu=F2
andare o meno di pari passi con una CRESCITA. Infine, SINISTRA =E8 quella
parte della opinione pubblica che auspica tale miglioramento
(PROGRESSO) attraverso il cambiamento (SVILUPPO).

La sinistra di ideologia marxista pu=F2 articolare la sua critica al
sistema capitalistico, consumistico ed energivoro, responsabile delle
crisi globali e specialmente di quella, epocale, dei combustibili
fossili, criticandolo dunque per il suo MODELLO DI SVILUPPO, laddove
esso =E8 superato e non implica pi=F9 alcun PROGRESSO. La critica pu=F2
legittimamente essere rivolta al capitalismo in quanto societ=E0 della
CRESCITA (accumulazione) dissennata; essa pu=F2 legittimamente essere
rivolta alla CRESCITA senza condannare scioccamente lo SVILUPPO, come =E8
stato spiegato bene (su Le Monde Diplomatique di Luglio 2004)
nell'articolo "Sviluppo e crescita non sono necessariamente appaiati"
di Jean-Marie Harribey.

***

Latouche usa in maniera opportunistica, e concettualmente confusa, le
categorie di CRESCITA e di SVILUPPO. Su giornali e riviste della
sinistra marxista (come appunto anche nel suddetto articolo apparso su
Liberazione) egli evita furbescamente di usare la parola SVILUPPO
perch=E9 sa che rischia di incorrere nella nostra critica, cio=E8 nella
critica dei marxisti: cos=EC, per schivare le critiche egli usa il
termine CRESCITA. Ma quando interviene in altre sedi, egli afferma
esplicitamente di essere contrario allo SVILUPPO, marcando cos=EC senza
ambiguit=E0 la sua differenza e distanza rispetto alle linee di pensiero
di derivazione marxista e progressista.

Nell'articolo suddetto, Latouche conserva tutta l'ambiguit=E0 ma non
manca, velenosamente, di scagliarsi contro Engels, che definisce
"imbevuto della concezione positivista e meccanicista della scienza"; e
poi, immancabile, attacca: "l'ecologia russa =E8 stata letteralmente
liquidata da Stalin nei gulag siberiani". Secondo Latouche, nel
marxismo "l'economia capitalista =E8 criticata e denunciata, ma la
crescita delle forze che essa scatena =E8 qualificata come produttiva
(mentre =E8 almeno altrettanto distruttiva)". L'allusione alle parole
testuali di Marx =E8 palese, ma qui esse vengono deformate, allo scopo di
creare deliberatamente confusione tra il termine SVILUPPO ed il termine
CRESCITA, e di deformare il pensiero di Marx.

A questo punto, dopo avere distorto ed offeso il materialismo storico e
dialettico, Latouche riconosce: "esiste, =E8 vero, una critica di destra
della modernit=E0, come esiste un anti-utilitarismo di destra e un
anti-capitalismo di destra... Non c'=E8 ragione, ci=F2 nonostante, di
confondere l'antiproduttivismo di destra e l'antiproduttivismo di
sinistra." Interessante... Ma Latouche non spiega la differenza, e
contribuisce ad alimentare, volutamente, la confusione. Egli dice
infatti: "la nostra concezione della societ=E0 della decrescita non =E8 n=
=E9
un impossibile ritorno al passato, n=E9 un accomodamento con il
capitalismo, ma un 'superamento' (se possibile pacifico) della
modernit=E0." Ma perch=E9 allora non la chiama SVILUPPO ("superamento")? E
che 'superamento' sarebbe, se egli altrove teorizza idealistiche
"societ=E0 senza economia"? Pi=F9 che superamento, si direbbe: fuga e
chiusura in ghetti di ispirazione socialista-utopista o
comunitarista-reazionaria.

"Per me, la decrescita =E8 necessariamente contro il capitalismo."
Eccezionale: e allora qual =E8 la differenza tra il suo anti-capitalismo,
che definisce essere "di sinistra", e l'anticapitalismo "di destra"?
Non lo spiega: prosegue con attacchi contro esponenti "politici e
sindacali" della sinistra, e termina moralisticamente: "gli obiettori
della crescita, partigiani della costruzione di una societ=E0 della
decrescita conviviale, serena e sostenibile, sanno fare la distinzione
tra Jospin e Chirac, Schroeder e Merkel, Prodi e Berlusconi, e anche
tra Blair e Thatcher... Quando vanno a votare (ci=F2 che consiglio loro
di fare) sanno che, anche se nessun programma di governo della sinistra
mette in conto la necessaria riduzione della nostra impronta ecologica,
=E8 comunque da quel lato che si trovano i valori di condivisione, di
solidariet=E0, di eguaglianza e di fratellanza. Questi valori
[idealisticamente intesi, si noti bene!] non si possono fondare sul
massacro della altre specie e sul saccheggio della natura, e conviene
estenderne il beneficio alle generazioni future, E' per questa ragione
che la nostra lotta si colloca risolutamente a sinistra." Bont=E0 sua. La
spiegazione di Latouche non spiega niente: essa si riduce solamente a
propaganda elettorale. Egli chiude con la rassicurazione: vi invito
comunque a votare Prodi anzich=E9 Berlusconi, perci=F3 non abbiate paura,
sono anch'io di sinistra. La pochezza di queste argomentazioni =E8
clamorosa.

Riassumendo, alle critiche di chi ritiene che le sue idee siano lontane
dal marxismo, Latouche non risponde poich=E9 non conosce (o comunque non
vuole trattare) i fondamenti della ideologia marxiana, che =E8
necessariamente una teoria dello SVILUPPO o trasformazione; ed alle
critiche di chi lo definisce di destra, egli ribatte: =E8 vero, c'=E8 anche
un ambientalismo di destra, ma io voto per Prodi. =C8 un po' poco, se
vogliamo davvero riaffermare (rifondare?) un "pensiero forte" per la
sinistra di derivazione marxista.



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